Una lista di dieci titoli incredibili

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Ho pensato a lungo a questo pezzo. Mi sono detto: Ma alcuni titoli sono scontati. Mi sono detto: Ma dài, li hanno letti tutti. Mi sono detto: Alcuni li ho consigliati migliaia di volte. Mi sono detto: Ma magari qualcuno ne ha letti di migliori.

La risposta è stata: E chi se ne frega. Questa non è lettura: è Letteratura, e sono montagne russe.

Questi sono libri da reazione fisica, da brividi; sono libri tutti osceni, tutti di una scrittura che fa dire: Oddio, non mi ricordavo più cosa significasse leggere.

Ecco: se vi chiedete cosa sia ancora leggere, secondo me questi dieci libri li dovete avere, dovete prendere pagina 1, aprirla, e dire: Bentornata.

Ma partiamo. 

Luigi Ghirri, Lezioni di fotografia (Quodlibet)

Avevo iniziato facendo immagini più dilatate, ma procedendo, andando più in fondo, entrando all'interno di questo spazio dello studio, percepii che tutto era stato lasciato com'era alla morte del pittore. Sembrava che lui fosse ancora lì, che fosse appena uscito di casa. Quindi le foglie secche, i barattoli, gli oggetti ridipinti, il nastro, lo scotch, la sedia sulla quale si sedeva.

Lezioni di fotografia - Ghirri
Lezioni di fotografia - Ghirri

Perché? Perché è un libro totale sullo sguardo, sullo sguardo prima dell’atto artistico; ed è uno dei migliori manuali di scrittura in circolazione, introdotto da Celati e compiuto da quel gran maestro della fotografia che è stato Ghirri. Uno che nello scatto era.

Qualcuno non lo comprerà, pensando: Ma la fotografia no. E sarà un errore fatale.

Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa (Einaudi, trad.it. di Sergio Corduas)

[...] perché io quando leggo in realtà non leggo, io infilo una bella frase nel beccuccio e la succhio come una caramella, come se sorseggiassi a lungo un bicchierino di liquore, finché quel pensiero in me si scioglie come alcool, si infiltra dentro di me così a lungo che mi sta non soltanto nel cuore e nel cervello, ma mi cola per le vene fino alle radicine dei capillari. Così in un solo mese presso in media venti quintali di libri, ma per trovar la forza per questo mio benedetto{1} lavoro, allora in questi trentacinque anni ho bevuto tanta birra che questa lager formerebbe una piscina da cinquanta metri, un parco di peschiere per le carpe di Natale.

una solitudine troppo rumorosa
Una solitudine troppo rumorosa - Hrabal

Perché? Perché se lo apri, a pagina 1 ti senti come un sasso lanciato su uno stagno pieno di carpe. La punteggiatura fa volare via una scrittura perfetta, la fa rimbalzare; tu stai dentro l’amore, ed è incredibile come un testo che parla di mosche carnarie, di carta pressata, di sacrifici bibliofili e di surmolotti sia così pregno d’amore.

Qualcuno non lo comprerà pensando: Ah, a me piacciono i libri più lenti. Si perderà il gusto del vento.

Pier Vittorio Tondelli, Biglietti agli amici (Bompiani)

Fidarsi del suo abbraccio, della sua pelle contro la tua, questo ti deve essere sufficiente, lo vedrai andare via tante altre volte e poi una volta sarà l’ultima, ma tu dici, stasera, adesso, non è già l’ultima volta? Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quando ti cerca in mezzo alla folla, fidarsi del suo addio, avere più fiducia nel tuo amore che non gli cambierà la vita, ma che non dannerà la tua perché se tu lo ami, e se soffri e se vai fuori di testa questi sono problemi solo tuoi; fidarsi dei suoi baci, della sua pelle quando sta con la tua pelle, l’amore è niente di più, sei tu che confondi l’ amore con la vita.

Biglietti agli amici - Tondelli

Perché? Perché Tondelli ha il tono di voce sommesso dei fiumi, quando esondano e le acque fanno un loro lamento.

Ha passato l’irruenza, e qui è delicatezza, impressioni, il piccolo dolore della riflessione e della stimmate.

Questo libro è un piccolo miracolo.

Qualcuno non lo comprerà pensando… Boh. Chissà cosa pensa.

Toni Morrison, Canto di Salomone (Sperling & Kupfer, trad.it. di Franca Cavagnoli)

Guitar aveva detto di conoscerla. Era stato addirittura a casa sua. «E com'è?» chiese Milkman. «Luccicante», rispose Guitar. «Luccicante e bruna. E ha un odore particolare.» «Un cattivo odore?» «Non lo so. Il suo odore. Vedrai.» Tutte quelle storie incredibili ma assolutamente possibili sulla sorella di suo padre - la donna alla quale suo padre gli aveva proibito di avvicinarsi - li avevano ammaliati entrambi. Nessuno dei due voleva vivere un giorno di più senza scoprire la verità, ed erano convinti che fosse legittimo e naturale che a farlo fossero proprio loro due. Dopo tutto, Guitar la conosceva già, e Milkman era suo nipote.

Canto di Salomone - Morrison
Canto di Salomone - Morrison

Quanti Nobel per la letteratura conoscete?

Questo è uno dei pesi massimi del ‘900, e intendo davvero: uno dei pesi massimi. La storia, checché ne dicano quelli che pensano che i classici sono polverosi, è avvincente, e i personaggi talmente solidi che giureresti sia una biografia; e invece è fiction.

L’ho letto in spiaggia anni fa, la mia copia è piena di salsedine e larghissima di pagine; ricordo la scottatura che mi son preso, perché non riuscivo a staccarmi dalle pagine.

Qualcuno non lo comprerà pensando che la letteratura afroamericana. Qualcuno, che la scrittura al femminile. Che peccato, le persone prive di curiosità.

Richard Brautigan, American dust (minimum fax, trad.it. di Luca Briasco).

Peccato non poter afferrare il proiettile in corsa e respingerlo dentro la canna del fucile calibro 22 perché si riavviti nel caricatore e di lì dentro al bossolo, come se non fosse mai stato sparato o nemmeno mai caricato.

American Dust - Brautigan

Qualcuno dice che il capolavoro di Brautigan sia Pesca alla trota in America; a me piacciono di più L’aborto e questo, Qui siamo nella preadolescenza della voce narrante, che un giorno per sbaglio spara al suo compagno di giochi, uccidendolo. Se lo leggerete, penserete a Cormac McCarthy, Hemingway e a This is America di Childish Gambino. Brautigan morì suicida due anni dopo la pubblicazione.

Qualcuno non lo comprerà per non confrontarsi con il rimorso. Non leggerlo è già una creazione di rimorsi.

Stephen King, Stagioni diverse (Sperling & Kupfer, trad.it. di P. Formenti, B. Amato, M. B. Piccioli)

Io, io ero sposato da un anno e mezzo e insegnavo inglese alle superiori. Mia moglie era incinta e io stavo cercando di scrivere un libro. Quando lessi il titolo sul giornale — STUDENTE PUGNALATO A MORTE IN UN RISTORANTE DI PORTLAND — dissi a mia moglie che uscivo a prendermi un frullato. Uscii di città con la macchina, parcheggiai, e piansi per lui. Piansi per una buona mezz'ora, credo. Non avrei mai potuto farlo davanti a mia moglie, per quanto l'amassi. Sarebbe stata una cosa da femminucce.

Stagioni diverse - King

Stephen King è uno dei più potenti costruttori d’immaginario della nostra epoca. Con nostra epoca intendo: dal 1800 in poi, gente come Dostoevskij, Kafka, Tolkien. Con lui ci sono davvero pochi; e di questa onestà, ancora meno. Ho scelto la raccolta di racconti Stagioni diverse perché avrei voluto scegliere It, ma It è il suo campo – romanzone pieno d’intreccio, preadolescenza e adolescenza, l’orrore adulto, razzismo, il lato nascosto dell’America in case tutte simili nel Maine. Qui, invece, ha a disposizione poche pagine, sono quattro racconti, ne sono stati tratti tre film: Le ali della libertà, L’allievo, Stand by me.

King non dice mai quello che vuoi sentirti dire; va a rimestare in ciò che detesti ti sia detto, perché è vero.

Qualcuno non lo comprerà perché le parole gli fanno male; e allora questo articolo non è per lettori come lui, alla fine.

Dante Alighieri, La Divina Commedia

Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando
pur come quella cui vento affatica;
indi la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori, e disse: "Quando
mi diparti' da Circe, che sottrasse
me più d'un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enea la nomasse [...]

Divina Commedia - Alighieri

“Eh vabbè, dài”.

No, no. Se non c’è Dante, di che parliamo? Purtroppo la nostra conoscenza scolastica della letteratura ha trafugato il senso di meraviglia che si può provare leggendo questo libro. Credetemi: partite dal primo canto, proprio Nel mezzo del cammin di nostra vita, e leggetelo con calma, magari con un bel commento – a me piacciono quelli di Vittorio Sermonti.

A un certo punto capirete che tutto quello che ricordate di Dante è niente, nulla, zero. Dante è là, in altissimo.

Qualcuno non lo comprerà perché ce l’ha già in casa; ma averlo in casa e non leggerlo è come avere un milione di euro sotto la mattonella, e fare la fame.

Jana Černá, In culo oggi no (e/o, trad.it. di Alessio Cobianchi)

Tali pregiudizi sono infatti solo a un passo dall’idea che la filosofia deve avere un’utilità e che la poesia deve rendere felici, a un passo dalla terrificante situazione in cui entrambe perdono il senso che hanno di per sé e si comincia ad attribuirgli mille sensi differenti, cominciano a inquinarsi di quel servilismo di cui parlo, e che è la peste di questo secolo e forse di molti secoli del passato.

in culo oggi no
In culo oggi no - Černá

Una rivista parla – giustamente – di erotismo eversivo. Ma quello di Jana Černá è pensiero rovente in azione, e il pensiero rovente in azione è sempre rivoluzionario; sono parole buttate nel tritacarne che creano qualcosa di nuovo. L’erotismo che ne nasce non è altro, e non può essere altro, se non il taglio di quell’incandescenza; la risposta del corpo all’innalzamento di temperatura del pensiero. Le poesie sono belle; le lettere sono da strappare e tenere sotto il cuscino, per leggerle di notte.

Qualcuno non lo comprerà per il titolo, qualcuno lo comprerà per il titolo. Entrambe le fazioni sbaglieranno di grosso.

Philip Roth, L'animale morente (Einaudi, trad.it. di Vincenzo Mantovani)

L'unica ossessione che vogliono tutti: l'"amore". Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l'amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due. Quella ragazza era un corpo estraneo introdotto nella tua interezza. E per un anno e mezzo tu hai lottato per incorporarlo. Ma non sarai mai intero finché non l'avrai espulso. O te ne sbarazzi o lo incorpori con un'autodistorsione. Ed è quello che hai fatto e che ti ha ridotto alla disperazione.

Ogni libro di Roth dovrebbe avere il nastro intorno, col divieto di oltrepassare; e dovrebbe esserci un poliziotto massiccio ma dall’aria bonaria, come il John Reilly di Magnolia,  a dirti: «Sei un parente? …Passa».

Perché quello che scrive – come ogni grande scrittore fa, del resto – non è trama: è una enorme macchina di pensieri, considerazioni, filosofia e poesia, orrore, ripensamenti e tutto, che solo i mediocri fanno aderire alla trama. Se tutto fosse |trama|, la Metamorfosi sarebbe la vita di uno scarafaggio.

Cosa che non è.

Questo libro cos’ha più di altri? Niente. È breve, ed è una sassata. La scena delle fotografie ti frattura qualcosa dentro, e ti fa sentire mediocre. La mediocrità dell’essere umano è la sua bellezza; anche Gesù è venuto per salvare i poveri di spirito, mica gli altri.

Qualcuno non lo comprerà perché leggerà qualche recensione scritta da poveracci. Ma i poveracci non devono scrivere le recensioni, devono leggere.

Una sorella, di Bastien Vivès (BAO publishing, trad.it. di Michele Foschini)

«Oh, no»
«Che cosa succede?»
«Sylvie ha perso il bambino»
«Ah, merda»

Una sorella - Vivès
Una sorella - Vivès

Devo dire la verità: su questo titolo sono rimasto parecchio in dubbio – c’erano manga come 20th century boys di Urasawa, novel come I kill giants di Kelly e Niimura, libri didattici come Capire, fare e reinventare il fumetto di Scott McCloud, esplosioni di mente come Asterios Polyp di David Mazzucchelli. Ho scelto questo perché la storia è leggerissima eppure tranchante: cambia, di fatto, la vita del protagonista attraverso l’incontro in età adolescenziale con Helene. Lui ha tredici anni, lei sedici; lei sarà sorella maggiore ma anche iniziatrice, e tutto questo con un tatto incredibile, una mancanza di malizia anche nel turbamento.

Qualcuno non lo comprerà perché io il fumetto non lo capisco; che è un ottimo motivo, poi, per iniziare.

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1 commento su “Dieci libri incredibili”

  1. Incredibile come nella tua lista degli “ovvi” dieci libri incredibili non ce ne sia neanche uno che non dico letto, ma che non ho neanche nella lista dei desideri…

    Mi hai fatto riflettere, stavo andando in palestra, ci ho ripensato e mi metto a leggere che ho tanti libri da smaltire prima di potermi concedere uno di questi.. (uno di questi è “Un re non muore”)

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