Insegnante di narrazione
A 18 anni non compiuti sono diventato istruttore di nuoto.
La prima lezione che mi hanno impartito?
"Entro sette lezioni devono nuotare".
Da allora il mio primo obiettivo è diventato: farli nuotare entro sette incontri.
Questa attività, oggi, è equamente ripartita in tre momenti.
Il primo è quello di insegnante di scrittura in corsi di gruppo, dal vivo o online – nel momento in cui scrivo qui, sono in una residenza in provincia di Brescia; e loro sono di là a lavorare… Gestisco gruppi di dieci o più persone, in posti isolati e straordinari per bellezza e ricerca – limitiamo il numero di persone solo nelle residenze, per garantire una attenzione maggiore al lavoro dei partecipanti.
Se ne ho l’opportunità, cucino anche la carbonara.
I corsi li tengo quasi esclusivamente con la mia scuola di scrittura, il Penelope Story Lab; il suo mantra, Noi si vince perché si perde tantissimo, è uno stile di vita cui lavoriamo giorno dopo giorno.
Il secondo è quello di insegnante di scrittura privato, online.
Mi incontro con autori e autrici di ogni livello, da scrittori di professione a giornalisti, a aspiranti esordienti, a esordienti totali. Con ognuno di loro leggo i testi settimanalmente preparati, ragiono su tutti gli aspetti della scrittura, creo esercizi ad hoc che a volte faccio eseguire durante l’incontro, a volte a casa; elaboro concettualmente l’opera che eventualmente vogliono scrivere, vagliandone criticità nella voce, nella trama, nei dialoghi o in ogni altro aspetto della narrazione.
Se pensi di aver bisogno di una consulenza, contattami; ci confronteremo con piacere.
E il terzo momento? Il terzo momento è l’aggiornamento.
Non esiste insegnamento senza apprendimento continuo. Questo vuol dire scrivere articoli, provare su di me gli esercizi che assegno, leggere saggi, consultare film o video di critica per capire strutture narrative; e ancora approfondire le scene e il loro impatto, studiare i dialoghi. Anche perché prendere a cuore una narrazione significa prendere a cuore ciò che una persona ha di più caro – le sue strutture valoriali profonde. Accompagnare questa persona in ciò che ha di più caro non significa vessarla, ma tenerla per mano, a volte indicare la via, a volte fare un passo indietro perché capisca il suo cammino.