Il vento

Come si descrive il vento?

Non lo vedi ma c’è. Se apri la finestra stasera lo senti – ma non vuoi parlare di finestre, le finestre sono già un elemento accessorio, una distanza: descrivi il vento e hai bisogno di finestre, di alberi col loro nome, persiane coi loro colori che sbattono, palazzi. Magari altalene, per farti aiutare dal cigolio delle catene.

C’è. Ti gira le pagine del libro – non parlare del libro, poi la gente è curiosa, ti chiede: di cosa parla il libro? Non te lo chiedono per leggerlo, te lo chiedono per non leggerlo; per trovare un difetto in ciò che dirai,  e dire: Ah. Quanto ti fa male quell’Ah. Cerchi da sempre di essere appassionante nel raccontare una storia, è la tua missione, non tradire le storie; è la tua missione dire: Ti racconto ciò che c’è al meglio delle mie possibilità. Ma poi le tue possibilità non sono sufficienti, o loro non sono interessati, o forse è più interessante il video di una pecora che bela rispetto al libro che stai leggendo tu o rispetto alla narrazione che ne fai. Rispondono: Ah.

Stai sul vento. Si muove intorno ai palazzi, chi vince? Da una parte c’è il vento e la luce, dall’altra la materia e la linea, chi vince? La materia, pesante e porca, perché il vento non l’abbatte; il vento, perché non si fa frangere a sua volta ma gira intorno e sotto, fa un rumore strano, un vvvuuuussshhhh che diventa una sorta di ululato se aumenta di intensità, un latrato di cane – non parlare di cani e di bava di cani. Parla di vento, parla di me.

Chiudi gli occhi, per parlare di vento. È la cosa che puoi e devi fare. Devi dire Chiudo gli occhi; qualsiasi altra cosa è sbagliata. Ci sono i momenti delle cose giuste e delle cose sbagliate, diocristo, e questo è il momento di guardare in alto, non in basso, in alto – gli occhi ti corrono in basso, ma devi guardare in alto, punta là; e poi di chiudere gli occhi, e lasciare che la cosa ti prenda. È il momento di sentire il dolore del vento che ti prende, cazzo, e non è più aria, sono mille coltelli e più di mille con le loro lame mal affilate che ti puntano, un altro soffio minimale e lo sai cosa succederà.

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