Il bello di non aver niente da dire.

Stamattina stavo pensando alle cose che non ho da dire.
Ce ne sono tante, e spesso sono più interessanti di quelle che ho da dire. Una cosa non la dici per vari motivi, ma il motivo per cui la non-dici è spesso più interessante; per esempio che la stai suggerendo, o che hai voglia comunque di parlare di altro.
A volte di niente. È questo il bello del blog: che se lo prendi come impegno, quotidianamente ti suggerisce di non-dire, finché non arriva il momento di dire. È il regalo che attiva quello che chiamo il nervo vago (non è il nervo vago, non c’entra niente, ma è quella sensazione di essere-fatti invece che fare, di essere agiti invece che agire; come quando sei in barca, e la corrente ti porta). L’unico impegno che mi chiede attualmente il blog è clonare il post precedente e cercare le foto per il post successivo; caricare una foto, quella di copertina, poi la seconda, quella di sopra, poi la terza, quella di sotto; e cercare un nesso.
Per dire. Se metto il nesso primo tra la foto di sopra e quella di sotto, la prima cosa che penserò è attrice di Hollywood-Maradona. E il collegamento sarà passare da lei a lui.
Ma in realtà questo è il collegamento falso, che se hai un blog – o se scrivi bene – dopo un po’ salta. Perché attrice di Hollywood e Maradona sono collegamenti sociali a queste immagini, pensieri condivisi o supposti condivisi rispetto alle altre persone, e per questo non interessanti. In realtà sopra ci vedo un paese e dei ragazzi che hanno voglia di dire qualcosa, e sotto la sacralità degli dei caduti; e allora mi verrà in mente una frase che ho letto qualche giorno fa,

Qualsiasi cambiamento in questo mio mondo mi sconcerta e mi confonde. I miei lari sono terribilmente fissi e non li si sradica senza sangue. Ogni condizione nuova mi spaventa. Il sole e il cielo e la brezza e le passeggiate solitarie e le vacanze estive e il verdeggiare della campagna e i deliziosi sughi delle carni e dei pesci e gli amici e il calice cordiale e la luce delle candele e le conversazioni accanto al fuoco e le innocenti vanità e gli scherzi e l' ironia stessa, tutto questo se ne va con la vita?

La parola d’ordine è “lari”, che, come ricorda Wikipedia, erano raccontati da Agostino di Ippona: “[Apuleio] afferma inoltre che anche l’anima umana è un demone e che gli uomini divengono Lari se hanno fatto del bene, fantasmi o spettri se hanno fatto del male e che sono considerati dèi Mani se è incerta la loro qualificazione.”

Quindi siamo partiti dal nulla e siamo arrivati ai lari, che sono spiriti di casa. Questo concetto per noi racchiuderà un muro ricoperto da murales, un colore ocra, una foto celestina e Maradona. Mi farà pensare alla sacralità di casa, fin quando – per motivi che al momento non posso ancora spiegare – non collegherò Wes Anderson, in particolare un’immagine.

Butta via.

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1 commento su “Il bello di non aver nulla da dire”

  1. Maradona eterno ma passato, l’anziano sotto il Nume che esorcizza la fuggevolezza tatuandosela su una pelle, lì dove lo specchio gliela renderà quale “memento mori” ogni giorno, si gode il sole che baciandolo lo fa sentire vivo. La diva ruba un corpo e fugge dal muro. Nessuna attesa solo un qui e ora

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